Giobsat is on de teibol

quarto stato

 

di Andrea NOBILE

Sentire una frase del tipo: “la difesa dell’articolo 18 è una battaglia ideologica della sinistra” non mi sorprende.
Non mi sorprende in questi anni in cui le ideologie sono diventate il nemico assoluto.

Sentirlo dire dal ritopavone segretario del Pidì, però, francamente mi inquieta.
Non tanto perchè l’arrivista di turno ha esclamato questa perla di saggezza, ma per quel popolo che ripone nel Pidì la speranza per un mondo più equo.
Già, un mondo più equo non è possibile se un magistrato non può esprimersi sul reintegro di un lavoratore licenziato per eventuali discriminazioni. Quello è un mondo iniquo, dove il datore di lavoro diventa “il padrone” che può decidere, al di sopra di ogni regola del gioco.

La reale ideologia/cloaca, quella si, è sostenere che siccome non tutti i lavoratori possono godere di una tutela, allora questa va cancellata.
La vera porcheria è parlare di “rischio scissione del partito”, quasi fosse quello il problema e non, invece, l’azzeramento di ogni residua speranza di veder ripristinato il diritto del lavoro che compete ad un paese civile.

Giobsat per dirla in inglese renziano, riforma del lavoro. Del lavoro che non c’è.
E chi lo riforma parla di nuovi contratti, uguali per tutti, e per tutti mal tutelati. Questa la ricetta per rilanciare l’occupazione. Poter licenziare, deregolare come medicina alla disoccupazione, salvo, poi, veder delocalizzare le aziende.

L’amico Poletti non sa che le sue amate cooperative oltre ad essere pozzi di voti sono divenute da molto tempo strumento di sfruttamento legalizzato? E’ ideologia anche sottolineare questo?
Quando si occuperanno di questo questi esperti di uguaglianza sociale? E delle false partite iva cresciute come funghi per sfruttare giovani senza speranze di occupazione? Sono tutte battaglie ideologiche queste?

Certo, sono tutte battaglie ideologiche, orgogliosamente e convintamente ideologiche. L’ideologia non è una cosa sporca caro ritopavone presidente del consiglio.
La cosa sporca è far pagare il conto sempre ai più deboli convincendoli di essere dalla loro parte.

E così dopo Letta che doveva stare sereno, dopo gli ottanta euri che dovevano rilanciare i consumi, ecco il giobsact che creerà occupazione. Potremo anche ricominciare a credere a Babbo Natale e, finanche che il Pidì stia a sinistra.

Quello che mi sorprende non è quello che fanno e dicono questi fenomeni, ma sono gli amici che credono ancora nella “ditta”. Quella stessa “ditta” che lancia accuse di essere ideologizzati, veteromarxisti, folkloristici se per caso si rivendica la propria appartenenza convintamente di sinistra.

Il “rischio scissione” di tale ditta è l’ultimissimo dei problemi di un paese che è stato deriso ed imbrogliato.
Chi crede ancora in questo accrocchio di nominati mi sorprende e mi spaventa perchè, nell’attesa delle decisioni del “partito”, nella speranza di riprendersi spazio all’interno dello stesso, va perdendo il senso logico delle cose, va perdendo la lotta nel quotidiano, va perdendo le proprie radici che saranno, forse, ideologiche, come sfotte qualcuno, ma che sono quelle che i diritti sul lavoro li hanno scritti e non cancellati.

 

 

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5 Pensieri su &Idquo;Giobsat is on de teibol

  1. Pingback: Matteo, #staisbagliando | Essere Sinistra

  2. Si rimane nel PD perchè l’abbiamo ereditato dai nostri padri che a loro volta l’hanno ereditato dai loro padri… perchè perifrasando Piero Calamandrei “La Sinistra la trovi nelle sezioni affollate e affumicate… nelle piazze gremite e vocianti…. nel partito che hai sempre votato” o come diceva qualcun altro ” Ah da passa la nuttata !!!!!!”

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    • Quel partito, secondo noi, è stato comprato dalle destre mondiali. Se vuoi far passare la nottata, come diceva Gramsci, ricomincia da capo. Con coraggio, umiltà ed abnegazione.

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