Caro Renzi, la Sua Buona Scuola merita 3 (osservazioni)

per conoscenza al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini

Caro Renzi (si fa per dire, tra persone civili),
Le scrivo in prossimità di uno Sciopero Generale che Lei, ne sono certo, non aspetta con ansia, e le scrivo per porLe alcune questioni di merito, soprattutto a proposito del mondo della scuola, dove io lavoro come insegnante da oltre 25 anni.
Dal momento che, ne sono certo, Lei in questo periodo ha tanti altri problemi da risolvere, anche più importanti dei nostri, sarò breve e, soprattutto, e lo farò in tre punti che credo fondamentali del Suo documento dal titolo così poetico, La Buona Scuola, ma soprattutto esiziali per le sorti di migliaia di persone umane che lavorano in questo comparto.

Dunque:
1. Lei, in apertura di questo documento, afferma di voler assumere con “un piano straordinario” entro il settembre 2015 tutti i precari storici e i vincitori e gli idonei dell’ultimo Concorso (quasi 150.000 docenti, afferma Lei), risolvendo così un problema che si trascina da decenni, quello del precariato, e assumendosi, dunque, implicitamente il merito di questa svolta epocale.
Ma, caro Renzi, non è che Lei stia, diciamo così, cavalcando l’onda di eventi già abbondantemente prevedibili e voglia ammantarsi di meriti non Suoi e di demeriti ormai caduti in giudicato?
Il 26 novembre scorso, infatti, c’è stata una sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha bacchettato l’Italia per la mancata assunzione dopo 36 mesi di supplenze su posti vacanti di migliaia di cosiddetti precari.
E dunque? A questo punto converrebbe allo Stato italiano, e nello specifico al Suo governo pagare una multa salatissima o piuttosto limitarsi a immettere semplicemente in ruolo precari che già oggi lavorano regolarmente, rimettendoci i soli mesi festivi di differenza stipendiale, ma facendosi belli come lo “straordinario” salvatore del mondo della scuola?
E’ questo che lei ha fatto, caro Renzi, sapendo di farlo.
Nel 2018, poi, grazie alla legge Fornero, andranno in pensione diverse migliaia di docenti che avevano già maturato questo diritto sei anni prima, liberando così cattedre da rimpiazzare obbligatoriamente, non straordinariamente. O non mi dica che lei questo non lo prevedeva?
Dica la verità, per una volta, e parli piuttosto di normale turn-over.

2. Nel secondo capitolo di questo avvincente documento Lei sottolinea la necessità di valorizzare il merito dei docenti (mi perdoni il conflitto d’interessi con la mia attuale posizione contrattuale) attraverso scatti di competenza che andranno a sostituire i vetusti scatti di anzianità e che si baseranno sul rendimento in classe degli alunni (tutte le classi sono eguali? Non valgono più per Lei i progressi ottenuti dalle posizioni di partenza, o crede che tutti insieme gli alunni arrivino già formati, alla classe successiva, dallo Spirito Santo?) e sulla disponibilità dei docenti stessi a svolgere attività di formazione in servizio di cui non specifica l’Ente erogatore, ma con compensi che se ci basiamo sui parametri attuali definire ridicoli sarebbe riduttivo.
Tralasciamo il Chi dovrebbe valutare questi docenti, e se come pare saranno i Dirigenti scolastici lascio decidere alla Sua coscienza sulla base di quali nobili interessi potranno farlo… piuttosto, inutile dire che anche su questo Lei gonfia le penne (la vedo, stia tranquillo…), attribuendosi meriti epocali, ma in realtà quello che non dice è che Lei, così facendo, risparmierebbe, perché la quota ottimistica dei docenti da premiare, con compensi evidentemente inferiori, sarebbe di 2/3 rispetto a quella odierna…

3. Infine le risorse.
Lei accenna a una cifra di stanziamento che si aggira per la sua Buona Scuola pubblica e privata (la Costituzione ammette finanziamenti alle scuole private?) attorno ai 4 miliardi di euro mentre secondo diversi Istituti di ricerca la cifra necessaria sarebbe di almeno 17 miliardi.
E va bene, diamoLe fiducia, ma non basta, perché, con un colpo di reni degno di un equilibrista, Lei subito dopo accenna al ruolo fondamentale (unico, a questo punto?) che i finanziamenti dei Privati dovranno avere nell’ambito dell’Istituzione scolastica… E nelle regioni come la Sardegna, dove non esistono più imprenditori?
Le scuole resteranno senza finanziamenti? E poi, anche quando li avessero, con quali fini un’impresa privata finanzierebbe una scuola pubblica se non per riceverne vantaggi diretti? Sarebbe questo un processo etico dal punto di vista educativo?
Mi fermo qui, Presidente, anche perché se mi giro dall’altra parte, verso la meno reclamizzata Legge di Stabilità, non arrivano notizie migliori, e io voglio avere il tempo di farLe almeno gli auguri, sinceri, Presidente, di trovar pace, in questo Santo Natale, soprattutto con la Sua coscienza, perché di questo hanno bisogno gli Italiani, e non delle Sue vuote parole, pur colorate, di un patinato opuscolo elettorale…

Cordiali saluti

Vincenzo Soddu

 

 

 

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