L’unità a sinistra secondo SEL

ombra

Coordinamento politico MovES

[Documento politico 002-a/2015/A]

In questo documento spieghiamo le ragioni per le quali il Movimento Essere Sinistra, coerentemente con la linea politica tracciata nel Manifesto del MovES, respinge l’invito di Nichi Vendola a condividere un percorso unitario delle varie formazioni di sinistra sulla base del documento approvato a larga maggioranza dall’Assemblea nazionale di Sel.

La prima parte del documento appare come una vera e propria invettiva contro le politiche europee considerate disumane a tal punto da indurre il caro compagno a scrivere di “Europa matrigna che ha tradito il proprio compito storico…”, incline alla guerra, indifferente al destino di altri popoli e persino “violenta anche verso i popoli che la compongono”.

La capacità narrativa di Vendola riesce ancora a suggestionare qualche sprovveduta anima bella laddove indugia sugli effetti fin troppo eclatanti del disastro europeo mentre si guarda bene dall’insistere sulle cause reali di questa situazione.

Secondo questa narrazione le cause non sono da rintracciare in elementi strutturali che avrebbero garantito attraverso i Trattati europei, e la moneta unica legata al sistema del debito, l’inevitabile destrutturazione delle economie periferiche prima e lo svuotamento delle istituzioni democratiche dopo. Tutto si riduce in questa sintesi riportata nel documento di Sel ad un concetto elementare:

il sistema di regole e la struttura di potere della UE non è in discussione in quanto tale, non ha contraddizioni proprie che generano conflitti di vario tipo, anzi, l’Unione Europea in generale, e in particolare l’Eurozona, è perfettamente funzionale al progetto di Europa dei popoli e può essere ricondotta al suo compito storico originale di pace e benessere diffuso operando semplicemente scelte politiche diverse ma lasciando immutato il quadro di potere e di regole su cui si fonda.

Infatti in un passo la retorica lascia spazio ad un’indicazione politica netta ed inequivocabile, quando si legge che “la piega distruttrice che ha preso l’Europa non c’entra con la moneta e la sovranità monetaria (..) ma con scelte esclusivamente politiche”.

La sinistra che immagina Sel per l’Europa, e che in fin dei conti in Italia riesce pure a praticare a livello locale insieme al Partito Democratico, è una sinistra di gestione del sistema e non di trasformazione.

La lettura mistificatoria della questione greca porta all’affermazione paradossale per cui il voto greco secondo Vendola sancisce che la sovranità popolare non è soggetta a nessun vincolo tecnocratico.

Infatti, sul piano strettamente giuridico nessuno ha obbligato Tsipras a firmare il terzo Memorandum se non la tragica circostanza che vincere le elezioni e non disporre di nessuno strumento effettivo per attuare una qualsiasi politica economica non significa affatto governare, ma solo ratificare scelte che risiedono in organi che di democratico non hanno nulla.

La posizione euroforica di Sel fa rimpiangere addirittura quella più romantica spesso vagheggiata dai sostenitori italiani di L’Altra Europa per Tsipras, che almeno stimolano la fantasia (e l’ilarità) dei critici quando costringono ad ascoltare il racconto di un paradiso in terra chiamato Stati Uniti d’Europa, in cui gli stati più ricchi socializzano le perdite degli stati meno ricchi, o poveri, e nello stesso tempo distribuiscono i profitti.

Nessuno di loro ha mai spiegato però che per realizzare questa utopia i diciannove governi degli stati membri dell’Eurozona dovrebbero essere contemporaneamente concordi tra loro e con le maggioranze parlamentari dei propri paesi.

Veniamo ora alla seconda parte del documento di Sel, e qui il discorso si fa più serio, perché tutto torna ad una dimensione più tangibile e maledettamente concreta per una persona di stile come Nichi Vendola, trattandosi di arredi per interni, e quindi di poltrone, sedie e sgabelli da conquistare. L’enfasi retorica è più sobria, il criterio che informa l’invito all’unità sinistra delle sinistre non è affatto vago e anche le nostre conclusioni si adeguano nel definire in maniera succinta quell’unità che a noi appare non più come un’ammucchiata quanto un’orgia perfettamente organizzata dalla sinistra per l’opportunismo.

Mentre il Paese muore c’è qualcuno che si preoccupa di confermare e ampliare i propri spazi di potere.
Alleanze politiche a tutti i costi: con il PD dove non se ne può fare a meno e senza il Pd dove non ce n’è bisogno. Questa finta sinistra è morta e continuare a darle credito equivale ad essere necrofili.
Nuova sinistra a parole, vecchie logiche nei fatti.

Gli unici bisogni che si vogliono soddisfare sono sempre quelli relativi a governare in ogni caso. L’opportunismo non è una cosa nuova ed è la premessa per il fallimento politico di una parte che si dice ancora di sinistra ma che mantiene lo sguardo fisso al centro, radicandosi nella realtà dei propri interessi e restando lontana da ogni ipotesi di reale cambiamento degli assetti di potere, unico presupposto per un’inversione di rotta che avvicini la politica ai bisogni reali delle persone.

 

(immagine dal web)

10 Pensieri su &Idquo;L’unità a sinistra secondo SEL

  1. Analisi perfetta che smaschera con puntualità furbizie, contraddizioni e reticenze del documento approvato dall’Assemblea nazionale di Sel.
    Concordo con la formula riassuntiva “Questa finta sinistra è morta e continuare a darle credito equivale ad essere necrofili”… anche se preferirei usare il plurale più estensivo:”Queste finte sinistre sono morte (o in coma)…”.
    Complimenti al gruppo di coordinamento politico MOVES che ha elaborato questo documento.

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    • VENDOLA E’ E’ UN SVENDITORE ……………………DI IDEE .DOBBIAMO INSISTERE DI PIU’ CO I NOSTRI SEGRETARI DI PARTITO ”COMUNISTA” AL DI FUORI DI ESSERE TROSKISTI MAOMISTI MARXISTI-LENISTI,STALINISTI E VIA DICENDO FARE IL POSSIBILE PER UNIFICARCI CON O SENZA LANDINI PRIMA E’ E’ MEGLIO E’ PER TUTTI.

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  2. Ho votato Sel nelle ultime tre /quattro tornate elettorali non tanto nella convinzione di scegliere un partito spiccatamente radicato negli ideali di una sinistra concreta e radicale, quanto nell’illusione che potesse essere il segnale più forte di dissenso nei confronti della allegra combriccola del Pd alla ricerca di una improbabile Europa delle banche unite nell’interesse dei popoli, ma Vendola, che pure stimo, ha sempre mostrato un grande conflitto interno tra il considerare da una parte la necessità di politiche di sinistra e dall’altra la necessità di partecipare in ogni caso alla attività governativa. Condivido i concetti di questo documento di respingimento, pertanto, nella rinnovata convinzione che la strada da percorrere sia univoca, sulle tracce del manifesto di MOVES, nell’intento di unire si le forze di sinistra, ma su un progetto volto ad illuminare l’elettrato sui concetti che ci spronano, possano essi portarci ad una grande unità con i numeri per governare, o semplicemente ad avere i numeri per portare una forte e costruttiva opposizione in sede parlamentare.

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  3. Se Vendola può essere accusato di “enfasi retorica”, lo stile di questo messaggio non è un’analisi argomentata sulle scelte politiche che ci dividono, bensì quello di un politichese che usa “l’enfasi satirica” per porre le differenze come discriminanti presupposte di ogni possibile percorso comune.
    Lasciamo a Grillo il gioco della satira, lui lo fa meglio di noi.
    E proviamo a pensare al fare politica come un processo in divenire, che produce nel fare, nella Vita Activa, il soggetto stesso dell’azione.
    L’assunto che il futuro si possa costruire sulla perpetuazione del soggetto e delle scelte del presente porta dritto e inevitabilmente al settarismo.

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    • Io non ci vedo niente di satirico nell’esprimere un dissenso chiaro, e cioè quello di rifiutare ogni accordo e possibile alleanza territoriale col PD.
      Nel documento del MovES si entra nel merito di questioni specifiche e di fronte a contraddizioni eclatanti e a mistificazioni storiche è impossibile reprimere la tentazione di fare un po’ d’ironia.
      Ma come al solito c’è una sinistra a cui piace parlare difficile e trova la scusa sempre di non entrare mai nel merito.
      Capisco che il nostro circoscrivere i temi ai loro contenuti reali può dare fastidio ad alcuni, perché obbliga a confessare l’inconfessabile, che detto in maniera colta è il trasformismo e l’opportunismo.
      Ma il MovES è un movimento autonomo dalla sinistra di sistema e soprattutto non abbiamo debiti politici con nessuno né posizioni di governo territoriale, o interessi di qualsiasi tipo, da difendere a tutti i costi.

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  4. Vendola la pensa come Tsipras, come Toni Negri, come Stiglitz, come Fitoussi, come Krugmann…..non certo pensatori “moderati”. E questo anti-europeismo tout-court mi ricorda le formazioni rosso-brune. Pessimo aver respinto l’invito, per dirla con un grande della Storia “estremismi, malattia infantile del comunismo”.

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    • Guarda che bastava che Vendola parlasse come Varoufakis, come Melenchon, Fassina e Lafontaine, eh. A noi non sembrano estremismi… Come Krugman? Bah. Krugman non difende l’euro come Vendola…

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    • Io non ci vedo niente di satirico nell’esprimere un dissenso chiaro, e cioè quello di rifiutare ogni accordo e possibile alleanza territoriale col PD.
      Nel documento del MovES si entra nel merito di questioni specifiche e di fronte a contraddizioni eclatanti e a mistificazioni storiche è impossibile reprimere la tentazione di fare un po’ d’ironia.
      Ma come al solito c’è una sinistra a cui piace parlare difficile e trova la scusa sempre di non entrare mai nel merito.
      Capisco che il nostro circoscrivere i temi ai loro contenuti reali può dare fastidio ad alcuni, perché obbliga a confessare l’inconfessabile, che detto in maniera colta è il trasformismo e l’opportunismo.
      Ma il MovES è un movimento autonomo dalla sinistra di sistema e soprattutto non abbiamo debiti politici con nessuno né posizioni di governo territoriale, o interessi di qualsiasi tipo, da difendere a tutti i costi.

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    • Egregio compagno Gap, che i personaggi da te nominati siano radicali piuttosto che moderati è una tua opinione, anche rispettabile. Noi del MovES siamo vicini sulla questione europea alle posizioni di Lafontaine, Varoufakis, Mélenchone e a Futuro a Sinistra di Stefano Fassina.
      La tua opinione sull’accostarci ai rossobruni invece non è affatto rispettabile e non consentiamo a nessuno di offenderci così come noi non offendiamo nessuno, a meno che le nostre conclusioni politiche che si fondano sulla sinistra popolare, che è anche la sinistra dei bisogni, non vengano considerate di per sé offensive.
      Di estremo qui c’è solo il tuo commento e l’incapacità di criticare nel merito, cioè il nostro rifiuto di scendere a patti con il PD per governare insieme nei territori così come suggerito da Vendola.
      Se questo è estremismo allora noi siamo estremisti, ma ripeto sei invitato a scusarti per la sciocchezza maligna che hai scritto giusto per gettare fango su una posizione che non sei capace di avversare con argomenti concreti.

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  5. Pingback: Io sono il segretario dio tuo. Non avrai altro leader al di fuori di me | Essere Sinistra

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