di Roberto RIZZARDI
Un anno fa, quando già si poteva presagire per il PD e il paese quello che è poi effettivamente accaduto, svolgevo alcune considerazioni.
La necessità di una sinistra vera, di un attore politico che brilla per la sua assenza, nel frattempo è diventata ancora più pressante.
Qualcosa si sta muovendo, ed è ancora ai primi passi e potrebbe finire col fornire la “risposta mancante”.
Una strada lunga, difficile e irta di ostacoli, di rischi ideologici e passibile di vecchie e perniciose “abitudini comportamentali”, ma intanto il MovES muove i suoi primi passi.
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Ora i casi sono due, o il PD trae le debite conseguenze oppure continua a “renzare” (mi si perdoni l’azzardato neologismo) e diventa definitivamente quella strana creatura liberal-centrista tanto cara a Squinzi e al blocco sociale da cui questi proviene. La seconda è, a mio parere, l’ipotesi al momento più probabile.
La sinistra e le istanze operaie, del lavoro e delle classi popolari non sono più adeguatamente rappresentate e difese a livello politico, ed anche il sindacato fatica a sviluppare una efficace azione di protezione, costretto com’è a subire l’iniziativa di una classe padronale arrembante e ben ammanigliata.
I tempi sono veramente maturi per la nascita di una rappresentanza politica realmente di sinistra e con una certa capacità di incidere. Gli elettori hanno chiaramente detto che “vincere” (che suono mussoliniano ha questa parola) non è sufficiente, che l’occupazione delle giuste poltrone non può ripagare dello scempio dei diritti così duramente conquistati e garantiti da quella che fu “la più bella Costituzione del mondo”.
Una Costituzione ora sconciata, disattesa e in procinto di essere ancor più disinnescata da sconsiderate, opportunistiche e presunte “riforme costituzionali” che, in realtà, sono una autentica restaurazione di uno status quo ante che ci riporta ai primi del ‘900.
Il PD è occupato da una dirigenza che non presenta elementi di continuità con quello che fu il partito che univa le istanze socialiste a quelle della sinistra democristiana. La situazione, italiana, europea e mondiale vira sempre di più verso un assetto iperliberista, dove la mercificazione e la sostituzione dei diritti con privilegi esclusivi avanzano sempre più incontenibili. Una situazione che crea scompensi e disuguaglianze, che acutizza disagi e risentimenti. Una vera pacchia per il populismo e per la rozzezza della destra xenofoba e classista.