Non siete degni di ricordare chi ha servito lo Stato con onore

maschere

di Vincenzo G. PALIOTTI

Ieri è stata una giornata emozionante per me, per me che ho sempre creduto nello Stato, nelle leggi che lo regolano, nella legalità intesa, in generale, anche nella vita di tutti i giorni. E per essa non ci sono leggi scritte: c’è il senso del bene pubblico che ci guida contro l’interesse criminale. Questi concetti li ho ricevuti da mio padre, grande uomo nella sua onestà, nella sua dignità, nel suo ostinato credere alla legalità.

Commemorando il giudice Giovanni Falcone, nell’anniversario del suo assassinio mi sono voluto immergere in quei giorni senza perdermi un solo documentario che la TV presentava, sono arrivato alle lacrime sentendolo parlare e vedendolo attaccare in modo vile e menzognero da qualcuno che oggi è in carcere e che fino a poco tempo fa sedeva in Parlamento, Cuffaro.
Ho provato un moto di rabbia quando ho rivisto una dichiarazione di un altro condannato “eccellente”, Marcello Dell’Utri, il quale dichiarava che “dire eroe di Falcone è banale, non lo è invece dirlo per tale Mangano, per lui vero eroe”. Penso che tutti sappiate chi è questo Mangano, pregiudicato, assassino, spacciatore di droga salito agli “onori” della cronaca per aver lavorato per Berlusconi.

Tutte queste cose mi hanno fatto pensare a cosa siamo diventati, a che punto è arrivato il degrado morale della società, della politica in particolare, che permettere di offendere la memoria di chi ha lottato per la legalità, chi ha difeso lo stato e quindi noi cittadini sacrificando la propria vita senza reagire come si dovrebbe.
Questo anniversario triste poi è coinciso con un periodo elettorale: siamo alla vigilia delle elezioni in alcuni comuni e regioni italiane e quindi tanti hanno “approfittato” per dare anche un colpo di propaganda. Li abbiamo sentiti dire che il ricordo di questi eroi deve essere un motivo per andare avanti nella lotta contro la mafia, che il ricordo di questi eroi deve essere uno sprone per riaffermare la legalità e difendere lo Stato a i suoi cittadini da questi fenomeni. Avrei potuto citare queste parole senza aver letto nulla tanto sono trite e ritrite e ripetute ad ogni anniversario. Non poteva mancare il premier/segretario che telegraficamente e con il suo “strumento” di comunicazione, Twitter, ha pubblicato una foto di Giovanni Falcone lanciando l’hashtag: #ionondimentico.

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