La Primavera di Atene – 3. Come e perchè hanno organizzato il colpo di Stato

di Yanis VAROUFAKIS

[La terza parte della traduzione del discorso di Yanis Varoufakis alla Festa della Rosa di Frangy-en-Bresse. Per le parti precedenti 12]

Ostruzionismo

I nostri negoziati con le istituzioni, la Troika, sono stati l’esperienza più frustrante si possa mai avere. Come quelle persone maleducate che vogliono parlare con te di tutto in una volta, il che significa che si finisce per parlare di niente, le istituzioni hanno insistito su una “revisione completa” che portasse ad un “accordo globale”, il che significava che volevano parlare su tutto.

Asserivano di aver bisogno di tutti i dati sul percorso fiscale su cui l’economia greca si basa, di aver bisogno di tutti i dati sulle imprese di proprietà statale, tutti i dati sui fondi pensione, sulle compagnie energetiche, su questo, quello e quell’altro. Per dimostrare la nostra collaborazione abbiamo concordato con questa procedura, abbiamo risposto ai questionari, tenuto innumerevoli incontri per fornire i dati. Dopo che una grande quantità di tempo è stato sprecato per trovare fatti che già i ministri conoscevano da prima,  allora ci hanno chiesto che cosa avessimo intenzione di fare in materia di imposta sul valore aggiunto, l’IVA. Abbiamo fatto tutto il possibile per spiegare loro i nostri accurati e moderati piani per l’IVA. Invece di ascoltare, ci hanno guardato poco convinti, hanno rifiutato la nostra proposta, ma non sono mai riusciti a presentare una loro proposta. E poi, prima di  puntare su un accordo in materia di IVA, sono quindi passati ad un altro problema, come la privatizzazione. Ci hanno chiesto cosa vogliamo fare per le privatizzazioni, gli abbiamo posto davanti qualcosa di sensato e moderato e lo hanno rifiutato.  Poi, si sono spostati su un altro argomento, come le pensioni, da lì ai prodotti nei mercati, da lì ai rapporti di lavoro, dai rapporti di lavoro a ogni sorta di cose. Così è stato come un cane che si morde la coda.

Forse il più grande ostacolo al conseguimento di un negoziato ragionevole era proprio nella frammentazione della troika. Il FMI è stato vicino a noi sull’importanza della ristrutturazione del debito, ma ha insistito su fatto che dovevamo eliminare  ogni residuo di tutela dei diritti dei lavoratori e dei professionisti della classe media, come i farmacisti o gli ingegneri. La Commissione era molto più in sintonia con noi su questi temi sociali, ma ha proibito qualsiasi discorso su una ristrutturazione del debito perché non si turbino Berlino e Francoforte. La BCE aveva il suo ordine del giorno. In breve, ciascuna delle istituzioni ha delineato diverse linee rosse, il che significava che eravamo imprigionati in una griglia di linee rosse.

Peggio ancora, abbiamo avuto a che fare con l’opera di  ‘disintegrazione verticale’ da parte dei nostri creditori, così come i capi del FMI e della Commissione avevano un ordine del giorno diverso dai loro sottoposti,  i ministri delle Finanze tedesco e austriaco avevano un ordine del giorno totalmente in contrasto con quello dei loro Cancellieri.

Nel frattempo, i giorni e le settimane passavano a causa della determinazione dei nostri creditori per ritardare, ritardo su ritardo, mentre rivelavano alla stampa, allo stesso tempo, che eravamo noi a tenere in stallo i negoziati, quando era il nostro governo che era stato asfissiato di proposito dalla BCE.

Ancora prima che fossimo eletti la BCE aveva segnalato che avrebbe ridotto l’accesso alla liquidità delle banche greche. I nostri avversari sulla stampa hanno trasformato questo in una gigantesco campagna allarmistica, incitando efficacemente i depositanti a prendere i loro soldi dalle banche. Non c’è niente di più facile al mondo per una banca centrale che incentivare una corsa agli sportelli – quella corsa agli sportelli che le banche centrali sono state create per prevenire.

Alcuni giorni dopo essere stati eletti, mi precipitai a Londra per parlare con i finanzieri della città, al fine di calmare i nervi e convincerli che il nostro governo era pro-business, ma allo stesso determinato a salvaguardare l’interesse della nostra popolazione sofferente. Ha funzionato. La mattina successiva la borsa greca era aumentata del 12% per le azioni bancarie e del 20% in più in totale. Il giorno dopo, la BCE ha annunciato che era intenzionata a limitare l’accesso delle nostre banche al suo meccanismo di liquidità. Lo scambio azionario crollò di nuovo. Perché la BCE ha fatto questo al nostro nuovo governo?

La risposta ufficiale è stata perche ‘il programma’ della Grecia sarebbe dovuto scadere alla fine del mese di febbraio “sollevando dubbi sulla capacità collaterale delle banche greche”. In realtà, la BCE stava mettendo alle strette il nostro governo per farlo smettere di sognare di riaccendere la speranza e spingerlo ad accettare il programma fallimentare della troika come è stato – forse con alcune modifiche estetiche.

E’ interessante confrontare ciò che la BCE ha fatto a noi con quello che aveva fatto nell’estate del 2012, quando è stato eletto un nuovo governo e, ancora una volta, il ‘programma’ greco era in un limbo: allora, la BCE ha aumentato la liquidità delle banche di enormi livelli in una sola volta e ha aumentato il limite della carta di credito dello Stato greco (o T-Bill) da 15.000 a 18.300 milioni. Nel nostro caso? Nel nostro caso, la BCE ha aumentato la liquidità delle banche poco a poco, giorno dopo giorno, creando la paura per i depositanti che forse un domani il limite non sarebbe stato alzato e le banche sarebbero dovute girare a secco. Naturalmente la corsa agli sportelli è peggiorata.

Per quanto riguarda il limite della carta di credito del governo, invece di spingere in su da 15.000 a 18.300 milioni, la BCE ha spinto verso il basso, con un trucco legale senza precedenti da 15 a 9 miliardi. E tutto questo in un momento in cui ho dovuto trovare 7 miliardi per effettuare i pagamenti al FMI, il pagamento originariamente pensato per essere alla base di nuovi prestiti che non ci sono mai stati elargiti.

La loro strategia era molto, molto semplice: ritardare qualsiasi accordo con noi, scaricare la colpa del ritardo su di noi e su ‘la mancanza di’ credibilità’ delle nostre proposte, fino a quando il nostro governo, il nostro Stato, fosse rimasto a corto di liquidità. Poi ci hanno colpito con un ultimatum sotto la minaccia di chiusura immediata delle banche. Questo non è stato altro che un colpo di stato.

Come ho detto, nel 1967 ci sono stati i carri armati e nel 2015 ci sono state le banche. Ma il risultato è lo stesso nel senso di aver rovesciato il governo o di averlo costretto a rovesciarsi da solo – come il Primo Ministro Tsipras purtroppo ha deciso di fare la notte del nostro magnifico referendum, la notte che mi sono dimesso dal mio ministero, e poi di nuovo il 12 luglio.

Pesci più grandi da friggere

Tornando a febbraio, ho potuto leggere con chiarezza la scritta sul muro. Ho potuto vedere che la Troika non era interessata a riforme che avrebbero toccato l’oligarchia, in parte perché erano in un rapporto intimo con gli oligarchi (la cui stampa ha sostenuto fino in fondo la Troika nella sua lotta contro di noi) e in parte perché avevano pesci più grandi da friggere, la Francia è il più grande.

Che cosa potevo fare per rendere più difficile per loro l’ignorare le nostre proposte? Ho fatto due cose. Ho suggerito loro quello che pensavo fosse un decente, ragionevole compromesso  per quanto riguardava il procedimento negoziale. Ho detto loro: lasciateci approvare una risoluzione su tre o quattro riforme importanti su cui siamo come il sistema fiscale, come l’IVA, come un sistema per contrastare la corruzione negli appalti, e cerchiamo di implementarle immediatamente mentre la BCE rilassa le sue restrizioni sulla liquidità. Volete un accordo globale? Andiamo avanti a negoziare per arrivare a questo – ma nel frattempo lasciateci introdurre queste riforme in parlamento di comune accordo.

La loro risposta? “No, no, no, questa deve essere una revisione globale. Nulla sarà attuato se ci sfidate a introdurre qualche legge. Sarà considerata un’azione unilaterale ostile al processo di raggiungimento di un accordo”.

Così, in risposta, ho provato qualcosa di diverso, qualcosa che mi è stato consigliato da una persona molto in alto nel Fondo monetario internazionale. Utilizzando un team di esperti di talento, ho deciso di creare un piano di 60 pagine per il recupero della Grecia, un programma di riforma per la Grecia, un Piano per porre fine alla crisi greca. In questo sforzo ho arruolato la consulenza di esperti non greci di valore. Larry Summers, l’ex Stati Uniti Segretario al Tesoro, Lord Lamont, il mio amico ed ex ministro britannico delle finanze, Thomas Mayer, ex capo economista della Deutsche Bank, il mio grande amico Jamie Galbraith, della University of Texas, e Mariana Mazzucato, della Sussex University. Poi, Jeff Sachs, della Columbia University, che ha contribuito a mettere insieme molti programmi di riforma nazionali per conto del Fondo monetario internazionale, mi ha aiutato a modificare il documento.

Ho consegnato il documento agli altri ministri delle finanze, l’ho inviato ai governi e ai funzionari delle istituzioni. Qualcuno ha prestato attenzione ad esso? Ovviamente, no. Anche il mio primo ministro era troppo timoroso di sottoporlo agli altri capi di governo, temendo che la Troika avrebbe considerato il nostro documento completo come una sfida alla sua autorità, al suo “processo di revisione globale”.

Nel frattempo la Troika, varie persone della Commissione, dal ministero delle Finanze tedesco e altri centri di potere, hanno accelerato le loro esternazioni ai media dicendo che ci rifiutavamo di riformare il paese, che stavamo perdendo tempo, che non avevamo nulla di credibile da offrire!

Vi esorto a guardare il mio sito dove ho caricato quel documento e, se avete tempo ed energia, confrontarlo con il ‘contratto’ che è stato alla fine imposto al Primo Ministro Tsipras.

Una rapida occhiata vi convincerà che il nostro piano, quello che nessuno ha discusso, quello che anche il governo greco non è riuscito a pubblicare, metterebbe fine alla crisi greca, a differenza dei termini della resa dettati il ​​12 luglio, che il nostro Parlamento ha approvato di recente, che alimenteranno ulteriormente la crisi, con effetti disastrosi sui più deboli tra i cittadini greci.

Fine del gioco

E così il negoziato senza fine è continuato fino a che la liquidità del nostro Stato si è esaurita completamente. Alla ore 11, il 25 giugno, quattro giorni prima che le banche greche venissero chiuse dalla BCE, la troika ci ha fornito la proposta del loro accordo. E ‘stato un ultimatum. Prendere o le vostre banche non potranno mai più aprire di nuovo le porte.

Leggiamo le loro proposte. Erano assolutamente velenose… totalmente non attuabili e tossiche. Ci volevano far promettere una quantità folle di nuova austerità, di aumentare l’IVA per gli hotel delle nostre Isole dell’Egeo dal 6% al 23%, quando in Turchia è del 7%, di tagliare le pensioni dei pensionati più poveri di un terzo. La lista degli orrori sulla quale hanno insistito non finiva mai.

Per mesi hanno asfissiato il nostro governo e l’economia con una corsa agli sportelli simultanea a una carenza di liquidità, hanno insistito che il nostro stato stressato dovesse mantenere il rimborso al Fondo monetario intenzionale per indebolire la nostra resistenza ancora di più, e hanno ritardato i negoziati fino a quando non abbiamo raggiunto il bordo del scogliera. E a quel punto hanno fatto il tipo di proposta che si fa quando non si vuole un accordo. La domanda è: perché hanno voluto fare questo?

L’hanno fatto per farci accettare di riforme? Ovviamente no. Eravamo disperatamente concordi nel voler introdurre riforme. Quando parlavano di riforme non hanno mai fatto sul serio. Non è una riforma tagliare le pensioni di un pensionato da 300 euro a 200 euro al mese. Le nostre proposte di riforma del sistema pensionistico sono vere riforme – abbiamo avuto un piano su come far leva su asset pubblici al fine di creare investimenti che avrebbero pagato i dividendi che, a loro volta, potevano sostenere le casse pensionistiche. Abbiamo proposto una ristrutturazione dei fondi pensione e restrizioni drastiche per il pensionamento anticipato. Ma non erano interessati a questo.

Passo ora alla questione del debito. Il punto fondamentale di una ristrutturazione del debito è quello di ridurre i nuovi prestiti necessari per il recupero di un debitore fallito. I creditori offrono una riduzione del debito per ottenere più valore indietro e per estendere il meno possibile nuovi finanziamenti per l’entità dello stesso. I creditori della Grecia hanno fatto il contrario. Si sono rifiutati di ristrutturare il debito e hanno insistito per farcene assumerne sempre di più in condizioni che garantiscono, in pratica, che non potrà essere restituito.

Durante i negoziati, non ho mai smesso di suggerire ai nostri creditori una serie di contratti swap del debito intelligenti per puntare a due obiettivi: ridurre al minimo i nuovi prestiti. E per garantire che la Grecia fosse qualificata per il tipo di supporto della BCE che il resto degli stati membri dell’Eurozona ricevono quotidianamente, come il modo migliore per fermare gli oneri dei contribuenti europei. Hanno rifiutato le mie proposte e ora hanno imposto un nuovo prestito che è il doppio di quello che era necessario.

Le nostre proposte non sono state di fatto respinte. Questo è ciò che conta davvero: Le nostre proposte non sono mai state discusse! Anche se abbiamo dimostrato che erano tecnicamente rigorose e giuridicamente corrette, la volontà politica dell’Eurogruppo è stata quello di ignorare le nostre proposte, di lasciare che i negoziati fallissero, per chiudere le nostre banche, e costringere il governo greco a cedere su tutto – tra cui una nuova massiccia dose di prestito, molto più grande di quello che abbiamo proposto.

Perché?

Quindi, tornando alla terribile domanda: Perché i creditori della Grecia preferiscono elargire un nuovo pacchetto di prestito molto più elevato del necessario? Perché ignorano le nostre proposte di riforma che sapevano che avremmo potuto e voluto attuare? Perché hanno sprecato la grande opportunità che gli abbiamo presentato come l’unico governo che ha avuto il sostegno della stragrande maggioranza del popolo greco? Non hanno ‘realizzato’ che eravamo gli unici in grado di chiedere ai Greci di prendere l’amara, anche se non quella tossica, medicina riformista? Perché hanno insistito sul fatto che il farmaco doveva essere velenoso e non terapeutico?

Non c’è una risposta economica qui. L’unica risposta è quella che risiede fermamente nel regno della politica di potenza. La più grande paura della troika era che il nostro governo potesse avere successo. Che la loro saggezza e autorità superiore potesse essere messa in dubbio da voi cari amici, dai cittadini europei. Alla troika non interessa che la Grecia sia come una ferita infetta in modo permanente. Il ministro delle finanze tedesco non è nemmeno preoccupato di ottenere indietro il denaro dei contribuenti tedeschi.

Coloro che gestiscono lo spettacolo in Europa sono disposti a versare molto di più di soldi dei loro contribuenti in un pozzo senza fondo, quello greco, mentre il popolo greco è sofferente, se questo è l’unico modo per poter perpetuare il loro controllo sul loro stesso popolo.

• Il debito è il potere del creditore e un debito insostenibile dà ai creditori ancora più potere.

• Non volevano i soldi indietro.

• Volevano rovesciare il nostro governo a spese vostre.

• Ancora meglio, ci hanno voluto mettere su un letto di chiodi e quindi lasciarci su di esso per nostra volontà, e avremmo dovuto anche ringraziarli per averglielo lasciato fare.

• Volevano umiliare l’unico governo che ha osato porre in dubbio la logica di una politica economica illogica.

La nostra lunga trattativa di cinque mesi è stata una gara tra il diritto del creditore di governare una nazione debitrice e il diritto democratico dei cittadini di quella nazione di autogovernarsi. Non c’è mai stata una trattativa tra l’Unione europea e la Grecia come uno stato membro dell’UE.

Questo è il motivo per cui sono qui. Sono qui perché quello che è successo a noi sta cominciando ad accadere a voi. La Grecia è un campo di battaglia sul quale si sta provando e testando una guerra contro la democrazia europea, contro la democrazia francese.

A maggio, a margine di un altro riunione dell’Eurogruppo, avevo avuto il privilegio di una conversazione affascinante con il dottor Schäuble. Abbiamo parlato a lungo sia per quanto riguarda la Grecia che per quanto riguarda il futuro della zona euro. Più tardi, in quella giornata, all’ordine del giorno della riunione dell’Eurogruppo è stato incluso un articolo sulle future modifiche istituzionali per rafforzare la zona euro. In quelle conversazioni, è diventato evidente che cosa Dr Schäuble stava progettando per l’Europa. Era anche chiaro che la grande maggioranza dei ministri delle finanze erano d’accordo. Michel Sapin non era uno di loro, ma, ancora, non riesco a ricordarlo protestare apertamente per la visione del dottor Schäuble. La Francia non è più chiaramente quella di una volta…

E qual è il piano? Francois Mitterrand sapeva che la zona euro era mal costruita. Egli credeva che la prima grande crisi dell’euro avrebbe costretto i suoi successori ad introdurre l’unione politica necessaria per salvare l’Europa da una frammentazione del tipo del 1930. Aveva torto.

Una crisi su larga scala è, naturalmente, inevitabile quando il controllo sul denaro delle diverse nazioni è delegata a “tecnocrati” non controllati da un processo parlamentare per tenerli sotto esame o per farne un backup in caso di necessità. Una volta che le inevitabili crisi colpiscono, gli interessi nazionali riaffiorano come una nemesi. La storia ha dimostrato che Mitterrand sbagliava: la crisi ha posto le orgogliose nazioni una contro un’altra e ha spinto una soluzione federale in un futuro ancora più lontano.

Il che ci ha lasciato con il piano del dottor Schäuble: Un Signore del Bilancio dell’Eurozona (forse una versione amplificata del Presidente dell’Eurogruppo), dotato solo di poteri negativi, o di veto, rispetto ai bilanci nazionali.

Il bilancio della Francia per essere precisi.

Un Eurogruppo che diventa sempre più potente, mentre la Commissione europea passa in secondo piano, limitandosi alla cura di questioni di minore importanza.

A chi parla di ‘più Europa’ e in favore di un ‘unione politica’, dico: attenzione! Anche  l’Unione Sovietica era una unione politica. La domanda è: che tipo di unione politica? Un regno democratico di prosperità condivisa? Oppure una gabbia di ferro per i popoli d’Europa?

Una democrazia federale, lasciate che vi ricordi, come la Germania, gli Stati Uniti o in Australia, si fonda sulla sovranità dei suoi cittadini che si riflette nel potere positivo dei loro rappresentanti federali a legiferare su cosa deve essere fatto in nome del popolo sovrano.

In netto contrasto, il Piano Schäuble prevede soltanto poteri negativi: un Grande Feudatario del bilancio che può solo dire ‘No’, ma ha capacità molto limitate di redistribuire le eccedenze dal surplus alle regioni deficitarie d’Europa – che è ciò che un sistema federale dovrebbe fare.

Il problema su questo piano è duplice. In primo luogo, non contribuirebbe a salvaguardare e gestire la macroeconomia della zona euro. In secondo luogo, violerebbe i principi fondamentali della democrazia liberale occidentale.

Quindi, perché la Grecia è rilevante in tutto questo? Perché fa parte del piano di usare la Grecia come una narrazione morale, come una dimostrazione alla vostra gente di quello che vi aspetta se si resiste a questa versione disciplinare di unione politica. Il Grexit è inteso come una minaccia che costringe il popolo francese ad accettare come male minore l’austerità permanente, la crisi permanente e un controllo diretto sul vostro destino da parte di pseudo tecnocrati irresponsabili, senza volto, economicamente analfabeti.

Non commettete errori in questo: il nostro governo è stato schiacciato perché abbiamo osato dire no alla Troika in un’epoca in cui sono già in corso programmi della Troika di venire a Parigi. Non dite che non siete stati avvertiti. Siamo tutti greci ora“, non perché c’è qualcosa di superiore nei greci, ma perché la Primavera di Atene ha acceso una piccola candela che emette una luce di speranza per tutti gli europei. Una candela che la troika ha dovuto spegnere a tutti i costi, per timore che la sua autorità potesse essere contestata dallo spettro della democrazia.

La perdita di sovranità nei ministeri-chiave dello Stato

Una delle considerazioni più scioccanti dopo aver assunto il Ministero delle Finanze è stato constatare il modo in cui cinque anni di governo della troika avevano trasformato lo Stato greco in un formaggio svizzero. Interi pezzi del nostro governo erano stati inghiottiti dalla troika, rispondevamo direttamente a loro, rendendo irresponsabili i ministri o, addirittura, il Parlamento.

E non era solo il caso della Banca della Grecia, che era stata incorporata nella Banca centrale europea – la stessa banca centrale che, invece di aiutare il nostro governo (come le banche centrali sono stati inizialmente istituite per fare), ha cercato di asfissiarlo. No, mi riferisco ad altre istituzioni fondamentali come il Fondo ellenico di stabilità finanziaria – HFSF – (che possiede per conto dello Stato tutte le banche), la compagnia che gestisce tutte le privatizzazioni, l’Istituto statistico e, ovviamente, la segreteria del mio ministero delle Entrate.

Quando ho deciso di ridurre gli enormi stipendi dei manager HFSF, nominati in gran parte dalla troika, ho ricevuto una lettera da Mr Thomas Wieser, il presidente dell’Euro Working Group, un funzionario chiave della Troika, che mi ha detto che non potevo farlo senza la sua approvazione.

In un paese dove la Troika impone continui tagli alle rivendicazioni salariali e pensionistiche, il ministro non può ridurre gli stipendi esorbitanti dei “Troika boys and girls” – stipendi pagati dalla nostra nazione in bancarotta.

In un’altra occasione ho cercato di chiedere spiegazioni alla Segreteria delle entrate pubbliche del mio ministero circa il ritardo di  quattro mesi dell’apertura delle applicazioni web con cui le aziende potevano fornire le loro dichiarazioni dei redditi – lo stesso periodo di quattro mesi in cui il nostro Stato veniva asfissiato e aveva un disperato bisogno di gettito fiscale. Mi è stato detto che io, il ministro, non avevo alcuna autorità sulla segreteria delle Entrate Pubbliche che è stata, di fatto, collegata direttamente alla Troika. Ben presto, nel corso dei negoziati, la troika aveva una maggiore autonomia per legiferare sulla Segretaria generale, di me che assistevo al soffocamento del nostro Stato!

E quando, dopo le mie dimissioni, ho parlato a un gruppo di finanzieri del mio piano per ristabilire la sovranità nazionale su quella particolare segreteria, sono stato improvvisamente messo di fronte a una campagna denigratoria, da parte dei media greci troika-friendly, come incriminato per … alto tradimento.

Io tutto questo lo dico di modo che siate avvertiti. Quando la Troika arriverà a Parigi, di persona o in spirito, sappiate questo: imporrà una perdita spaventosa di sovranità nazionale anche ai ministri francesi – se questa non è già stata imposta.

 

(immagine dal web)

4 Pensieri su &Idquo;La Primavera di Atene – 3. Come e perchè hanno organizzato il colpo di Stato

  1. Beh! che dire, queste sono parole di Varoufakis, spero serva a coloro che ancora si ostinano ad essere filo Europeisti e che credono si possano cambiare le cose restando nella moneta unica.
    Good luck friends…. 🙂

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