di Michele CASALUCCI
Un interessante articolo di Alberto Ziparo pubblicato su “il Manifesto” dell’11 settembre (“Ridisegnare le città dell’accoglienza”), ha costituito lo spunto per alcune riflessioni, che si erano vagamente affacciate nella mia mente, e per le argomentazioni che seguono.
L’articolo prende in considerazione l’impatto (e avanza alcune specifiche proposte) che il gran numero di migranti hanno ed avranno sul patrimonio abitativo, sulla sua attuale dislocazione e individua alcuni possibili scenari di modifica e di intervento.
Mi ha colpito perché è un articolo, un intervento che, tralasciando la tematica generica dell’immigrazione, il prender partito rispetto alla questione dei migranti, a quanto sta avvenendo in Italia e in Europa, a quanto la cronaca di questi giorni riempie i giornali e le televisioni, affronta una questione specifica di merito, ed ipotizza alcune soluzioni concrete, di merito, rispetto ad una questione ben precisa come quella dell’urbanistica e del problema abitativo.
Ed io credo che sia proprio questa l’ottica che una posizione alternativa e radicalmente di sinistra debba assumere con decisione, oggi rispetto al problema dell’immigrazione. La capacità, cioè, di affrontare i problemi e le questioni conseguenti alla consistente quantità di persone che bussano alle frontiere dell’occidente, superando generiche prese di posizione, ed affrontando invece i problemi concreti e reali che essa pone, con tutto il suo carico di potenti contraddizioni e questioni.
Le forze politiche dominanti, i governi degli stati dell’europa, sono rimasti disarmati e confusi rispetto alla massa enorme di profughi che, sempre più massicciamente, si è presentata alle sue frontiere. Prima dal nord africa attraverso la frontiera spagnola; successivamente, affidandosi ad improvvisati barconi, navigando nel Mediterraneo è giunta in Italia per poi disperdersi, attraverso mille rivoli, verso l’europa del nord; dopo ancora attraverso la grecia e la turchia, utilizzando i paesi dell’est europeo per giungere ancor più rapidamente nelle zone ritenute più ricche e capaci di offrire migliori prospettive di sopravvivenza.
Che i governi europei e la stessa unione europea siano disarmati e confusi non è neppure un giudizio o una valutazione politica, ma la semplice osservazione delle continue e contraddittorie prese di posizioni da parte dei diversi governi o, addirittura, da parte di diversi rappresentanti di uno stesso governo!
Continua a leggere →