Non contate più nulla, minoranza PD. Ora, solo il popolo potrà dire NO

bersanidalema

di Nello BALZANO

Bene così.

Alla fine, tra il soccorso del compagno Verdini e la determinazione del presidente del consiglio, passerà la riforma del Senato così come è stata partorita dal governo, in barba a tutte le prerogative costituzionali che dispongono la centralità del Parlamento.

È colpa di Renzi? NO.

E’ colpa di chi ha fondato le sue tattiche di potere sulla base di un’elezione primaria che ha visto la partecipazione di un ventesimo della popolazione italiana, sulla base di una decisione dei partiti che hanno scelto, senza nessun riguardo ai principi rappresentativi, chi dovesse essere il presidente del consiglio, ovvero colui che aveva perso le precedenti primarie che avevano indicato a chi dovesse competere il ruolo di legittimo candidato a elezioni generali. Elezioni politiche generali mai affrontate.

Ergo, è colpa di una parte di un Partito che si sottomette alla decisione di una minoranza  per disciplina nei confronti dello stesso, dimenticando la più “bella Costituzione del mondo”, come spesso dice, che dispone la sovranità popolare.

Ora voi, minoranza della minoranza, comprenderete che siete fermi al capolinea da tempo, che non avete nessuna credibilità e non vi è permessa nessuna arroganza nel dispensare lezioni.

Siete finiti, a meno di uno scatto d’orgoglio dovuto, altrimenti, se volete, continuate a parlare da soli di fronte allo specchio, per convincervi di essere in tanti.

Per quanto riguarda le riforme, i cittadini avranno l’ultima parola, nessun consiglio potrà essere accettato da voi che l’avrete votata in nome di una responsabilità che non vi compete: quel voto sarà un NO pieno, l’ennesima dimostrazione che voi non contate niente.

 

(immagine dal web)

Un mondo di sponsor. Ma è questo il mondo che vogliamo?

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di Claudio BAZZOCCHI

Se Renzi dice che le scuole potranno avvalersi di sponsor si solleva un polverone gigantesco di proteste, scioperi, manifestazioni ecc… Se lo dice a proposito dei musei non si scandalizza nessuno, o quasi.

La cosa è interessante perché ci dice quale sia la nostra percezione del valore dell’arte. L’arte è ormai un divertimento, un piacere estetico fra gli altri, un insieme di immagini da gustare assieme alle tantissime altre che provengono a noi dai più svariati player di cui ormai disponiamo. Quindi, non c’è niente di scandaloso se qualche privato decide di sponsorizzare musei, mostre o restauri.

Insomma, ormai noi non pensiamo più che l’arte sia il deposito del secolare sforzo per interpretare il mistero della presenza al mondo degli esseri umani, sia la continua sfida per rappresentare il sublime, ciò che non ha volto ma segnala la nostra aspirazione all’infinito, il tentativo inesauribile di trovare un equilibrio tra sfrenatezza pulsionale e libertà fondata sulla cultura.

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