Non tutto è uguale

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di Andrea PROVVISIONATO

“La Destra e la questione morale”. “Il conflitto di interesse”. Quanti articoli abbiamo letto e scritto sull’argomento? Quante discussioni a tavola con gli amici? Quante volte lo abbiamo sentito in televisione?

Quante volte abbiamo sopportato i dirigenti del PD entrarci in casa all’ora di cena, attraverso la tv? Quante volte li abbiamo ascoltati mentre si ergevano a moralizzatori e riformatori della società italiana, in stucchevoli dibattiti televisivi? E si ergevano a unico baluardo contro il malaffare del ventennio targato Arcore.

Quante discussioni con amici e parenti alle cene di Natale? “Guarda che tra PD e PDL non ci sono differenze…”, dicevi convinto. Immancabile la risposta: “Ah allora sei un qualunquista. Pensi che siano tutti uguali?” E tu tacevi. Perché non si poteva dire che erano tutti uguali. Ma in un angolo remoto del tuo cervello ne eri convinto: “sono tutti uguali”.

Tante. Troppe volte. Un’immensità di tempo perso.

E oggi? Oggi apri il giornale e scopri che in quelle discussioni avevi ragione. Che quando cambiavi canale alla tv, sentendoti un po’ in colpa, per guardare “l’isola dei famosi” o l’ultimo film di Brad Pitt, invece che “Ballarò” o “Porta a Porta”, in fondo non facevi poi tanto male. Ormai non manca giorno senza uno scandalo che coinvolga uomini del PD. Destra e Sinistra tutti nello stesso calderone di affari e corruzione.

Sorridi orgoglioso. “Io l’avevo detto”. E’ sempre una soddisfazione pensarlo.

Poi ci rifletti un po’ su. E improvvisamente non ti frega più nulla di aver avuto ragione. Pensi solo a quei due nomi che hai letto nella lista dei 44 nuovi arresti nell’ambito dell’operazione Mafia Capitale: Luca Gramazio, ex consigliere PDL, meglio conosciuto a Roma come “L’amico de Casapound”. E al suo fianco sul giornale c’è il nome di Angelo Scozzafava, ex capo dipartimento delle politiche sociali di Roma, PD.

Ripensi alle assemblee romane, alle riunioni di quartiere. Quei due nomi a volte spuntavano. Ma era chiaro che erano diversi. Uno era un “fascista”. L’altro era “uno de sinistra”. Uno era un chiaro avversario politico. L’altro un possibile alleato. E oggi sono lì, probabilmente in celle adiacenti.

E ti torna nuovamente davanti tutto il tempo che hai perso. Quante serate buttate a discutere di politica di fronte a una birra? Scopri che quel mondo di mezzo, quella parte nebulosa che imputavi ai poteri forti e ai grandi dirigenti di partito, era anche tutta intorno a te. Ti senti arrabbiato. Perché lo pensi, ne sei convinto, lo puoi urlare al mondo intero finalmente: “Sono tutti uguali!”.

Giri la pagina del giornale e leggi: “Roma, rumeno aggredito in strada all’urlo muori immigrato. Gli mozzano due dita”.

E ti ritrovi a riflettere. Ripensi ai tuoi valori, alla storia. Alle differenze. Al modo di guardare al mondo. Tra chi ricerca una società basata sull’autoritarismo e l’esclusione. E e chi è convinto che i confini esistano solo sulle mappe. Tra chi parla di “ruspe” e chi di inclusione sociale. Tra chi si batte per i diritti sociali e chi taglia due dita a un rumeno all’urlo: “muori immigrato” .

E pensi che forse si, “sono tutti uguali”. Ma è anche vero che: “non tutto è uguale”.

 

(immagine dal web)

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