La cinghia di trasmissione

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di Massimo RIBAUDO

 

Abbiamo costituito un Gruppo di discussione e proposta su Facebook per elaborare un vero e proprio programma politico in modo collettivo. Senza tesi predeterminate, ma con elementi che fuoriescano da un dialogo aperto e libero tra persone – in questa fase, sul web – che sentono di appartenere alla sinistra.

Lo sentono, perché tra chi sfrutta il lavoratore e il lavoratore sanno da che parte stare.

Lo sentono, perchè sanno che senza migrazioni questo paese non sarebbe neppure nato.

Lo sentono, per le ragioni che Ivana Fabris ha spiegato nel suo articolo sulla necessità di appartenenza ad un’ideale e a una prassi sociale, prima ancora che politica. E sanno che non esiste ora un partito politico che li rappresenti. Quindi, ne vorrebbero uno.

Ma attenzione. Con intelligenza dobbiamo riconoscere che Maurizio Landini insieme a Stefano Rodotà e molto altri stanno dicendo la verità. Non c’è più fiducia nei partiti, nel Parlamento, nella politica. E non si ricrea questa fiducia dicendo: fondiamo un partito per un governo di sinistra!

In fondo, pur di aumentare la confusione ed il discredito delle istituzioni, potrebbe anche dirlo Berlusconi, visto che senza Stato e diritto è solo la politica delle aziende che vince. E questo lo sa bene anche Beppe Grillo.

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Non tutto è uguale

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di Andrea PROVVISIONATO

“La Destra e la questione morale”. “Il conflitto di interesse”. Quanti articoli abbiamo letto e scritto sull’argomento? Quante discussioni a tavola con gli amici? Quante volte lo abbiamo sentito in televisione?

Quante volte abbiamo sopportato i dirigenti del PD entrarci in casa all’ora di cena, attraverso la tv? Quante volte li abbiamo ascoltati mentre si ergevano a moralizzatori e riformatori della società italiana, in stucchevoli dibattiti televisivi? E si ergevano a unico baluardo contro il malaffare del ventennio targato Arcore.

Quante discussioni con amici e parenti alle cene di Natale? “Guarda che tra PD e PDL non ci sono differenze…”, dicevi convinto. Immancabile la risposta: “Ah allora sei un qualunquista. Pensi che siano tutti uguali?” E tu tacevi. Perché non si poteva dire che erano tutti uguali. Ma in un angolo remoto del tuo cervello ne eri convinto: “sono tutti uguali”.

Tante. Troppe volte. Un’immensità di tempo perso.

E oggi? Oggi apri il giornale e scopri che in quelle discussioni avevi ragione. Che quando cambiavi canale alla tv, sentendoti un po’ in colpa, per guardare “l’isola dei famosi” o l’ultimo film di Brad Pitt, invece che “Ballarò” o “Porta a Porta”, in fondo non facevi poi tanto male. Ormai non manca giorno senza uno scandalo che coinvolga uomini del PD. Destra e Sinistra tutti nello stesso calderone di affari e corruzione.

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