Anatomia del renziano che si dice di sinistra

boschi

di Riccardo ACHILLI

Per lavoro devo operare con giovani super renziani. Il contatto con loro conferma le mie opinioni con evidenze oggettive, al di là della mia assoluta idiosincrasia soggettiva nei loro confronti. Questa è gente nata negli anni Settanta, insieme a me o poco dopo di me, o nei primi anni Ottanta. Sono cresciuti negli anni del benessere e del riflusso ideologico (o forse sarebbe stato meglio usare il termine medico di “reflusso”, invece che “riflusso”, rende di più l’idea).

I loro educatori, genitori e professori, sono ex sessantottini protagonisti della degenerazione dei valori della sinistra tipica del ’68: da un’idea di lotta di classe ad un’idea generica di lotta contro ogni tipo di autorità, da un’idea di collettività ad una liberale idea di autorealizzazione dell’individuo, e un anelito confuso quanto bruciante verso un concetto totalizzante, e quindi in realtà regressivo, della libertà.

Che spesso, diciamolo pure, ha fatto di loro dei pessimi genitori, incapaci, in nome della responsabilità familiare, di resistere alle tante tentazioni della società liberista e liberalizzata degli ultimi trent’anni. E nella loro vita professionale ne ha fatto dei pescecani assetati di successo e denaro, come veicoli per ottenere l’agognata liberazione personale.

Hanno insegnato ai loro figli che il concetto di sinistra non è una visione del mondo ed un impegno militante, ma è un “mood”, un sentimento o un atteggiamento, basato sui principi di quella sinistra sessantottina: un pacifismo di maniera, l’idea della libertà personale (che è l’esatto contrario della liberazione sociale che la sinistra cerca di ottenere) tramite l’autorealizzazione dell’individuo, che per essere tale deve collocarsi in una società a due dimensioni: i diritti civili e le opportunità personali.

Quindi per loro è naturale pensare che una società di sinistra sia una società che deve crescere economicamente, per generare le opportunità, e che quindi deve essere efficiente, e la competizione rappresenta l’incentivo all’efficienza. Ed al contempo deve massimizzare i diritti, per consentire a tutti di avere un canale di autorealizzazione personale.

Non li sfiora, non li può sfiorare, perché non soo stati educati a pensare così, una visione collettiva e strutturale, che antepone alle libertà formali ed a quelle individuali la liberazione collettiva dallo sfruttamento, dalla fame, dalla miseria, dall’ignoranza, dalla non identificazione data dalla disoccupazione o dalla precarietà esistenziale.

Tutte queste cose li infastidiscono, sfrugugliano quella coscienza che da sempre hanno represso. Ma perché ti lamenti se sei povero, se sei disoccupato, se sei precario? Io ti do le opportunità di uscire dal tuo stato.

Eccoti la borsa di studio per laurearti se sei meritevole, e l’Erasmus per cercarti una sistemazione all’estero. Tò: beccati anche il tirocinio formativo in azienda (gratis).

Se poi non ce la fai, allora è colpa tua. Non capiscono il nesso fra la religione dell’opportunità meritocratica e l’individualismo metodologico che distrugge i legami sociali ed umani.

Non capiscono che l’opportunità, la libertà individuale, il diritto personale, hanno un senso in una società dove si è prodotta la liberazione sostanziale dallo sfruttamento materiale, altrimenti sono orpelli che si indossano per nascondere la povertà, l’angoscia, l’impotenza. Nessuno glielo ha insegnato.

Finirà questa fase, molti di loro saranno stati soltanto usati, e finiranno per essere dei dropout, questa è la verità. Ed essendo cresciuti in una religione di benessere materiale, non riusciranno a vivere senza lo smartphone, o le vacanze a Sharm El Sheik.

 

(immagine dal web)

11 Pensieri su &Idquo;Anatomia del renziano che si dice di sinistra

    • Sono figli di capitalisti (di sinistra?) che per distinguersi dai suoi simili di destra , come i genitori , frequentavano quella sfera detta di sinistra – sinistra cattolica sono passati a considerarsi gli eredi autentici della sinistra vera .. Oltre a loro c’ era soltanto radicalismo e estremismo Poi i capi attuali ( ora non piu’ ) della sinistra gia’ orientati in direzione liberista hanno scelto questi e non altri come protagonisti di quel rinnovamento e di quel cambio generazionale a loro pressantemente richiesto dalla societa’ credendo nel loro disegno gatopardesco di riuscire a pilotarli dietro le quinte .

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    • mi piacerebbe che l’articolista spieghi come possa essere possibile la coesistenza della liberta individuale e la liberazione dallo sfruttamento materiale tenendo conto del fatto che la liberta implicitamente presuppone l’esistenza di schiavi.

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    • Gentilissima Giusy, sono d’accordissimo. Ma la sinistra è anche quella della SPD, di Hollande, di Renzi in questa vicenda della Grecia ? Non è per rimettersi a fare filosofia su che cosa è la sinistra ,chè non la finiremmo piu’, Ma questa vicenda ci deve almeno insegnare che la sinistra NON è quella roba lì.

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      • Buonasera Giuseppe, se vuole interloquire di politica e di cosa è la sinistra, la invito a rivolgersi direttamente ai fondatori del blog”essere di sinistra”, io scrivo dei commenti, come fanno tanti ed ho la mia visione del mondo che può piacere o no. Ad esempio, per me Renzi non è di sinistra. Se vuole, vedo che ha la mia email, può visitare il mio blog, li è il mio territorio e come vedrà dai commenti, parliamo di tante cose. All’interno ci sono circa 100 articoli, molti anche non commentati ma molto visitati, glielo posso garantire io. Mi assentero’ un po’ di giorni, se vuole buona lettura e buonasera, Giusy

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  1. Buono l’articolo. Questi renziani che si dicono di sinistra non si rendono conto dei limiti e della personalità che ognuno di noi possiede. Che farebbero se avessero un figlio ad esempio non competitivo? Anche se ti danno l’Erasmus o la borsa di studio un ragazzo può non farcela e non per questo valere meno degli altri. E poi strano parlare di meritocrazia in un paese dove l’unica meritocrazia che conta sono le conoscenze che hai in “alto loco”…..

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    • LA CARTINA AL TORNASOLE. Chissà se questi renziani si sarebbero detti di sinistra anche 50 anni fa quando nelle zone “bianche” non accedevi ad un posto pubblico, come libero professionista nessuno ti dava un inacrico, venivi messo al margine . Chissà.

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      • Purtroppo chi ha rovinato la sinistra è stato Berlusconi col suo Bunga bunga . Se non avesse tenuto comportamenti tanto riprovevoli, quanti benpensanti si sarebbero rifugiati nel PD ?

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  2. Pingback: Psicopatologia del renziano che si dice di sinistra

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