Tsipras: il tramonto di un’idea greca, o l’alba di un progetto europeo?

alba

di Mario GALLINA

L’ho scritto, riscritto, corretto, ricorretto, combattuto tra pubblicarlo o meno, ma alla fine, anche se non so se questo pensiero sia il migliore, esaustivo e rappresentativo di tutti i sentimenti che l’argomento coinvolge, credo però che sia importante dire la propria per spirito di servizio, anche a costo di “diminuirsi”, non possiamo esimerci, dobbiamo esprimere un parere sulla questione Greca e su Tsipras.

Qualcuno potrebbe dire: perchè lo dobbiamo per forza esprimere un parere?

Si, lo dobbiamo fare, almeno quelli che non sono stati solo spettatori o tifosi della partita greca, ma ci hanno messo faccia, anima e poi ci si sono giocati pure qualcos’altro, candidandosi, chiedendo i voti, e in qualche modo spendendosi per un progetto che dalle elezioni europee, attraverso tornate elettorali varie come comunali, regionali ecc. con “L’ALTRA…Qualcosa” sono arrivati ai giorni nostri.

Facciamo però attenzione all’approccio con il quale esprimiamo il nostro punto di vista:
se deve essere un altro argomento sul quale l’ancora “pre-embrionale” sinistra nascente, futura, addivenente, “in fieri”, si divide in postazioni differenti che poi diventano nidi di mitragliatrici dalle quali sparare migliaia di distinguo, dei quali noi di sinistra abbiamo i caricatori sempre pienissimi, allora è meglio “soprassedere”, come consigliava Totò, e tenerci le opinioni per noi!

Se invece l’analisi serve a capire che la Grecia, per come cercherò di argomentare, siamo anche noi e quindi trarre dall’esperienza motivi di riflessione per il nostro stesso futuro di Europei, oltre che Italiani, allora vale la pena, perchè può fortificare il progetto di una sinistra con idee chiare e prospettive perseguibili per il futuro.
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Lor signori

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Alfredo MORGANTI

Oggi Chicco Testa sull’Unità rivendica la giustezza dell’appello dei 200 comparso sul Corriere della Sera a sostegno di Renzi, che egli stesso dice di aver sottoscritto con orgoglio. Ci spiega anche chi siano i firmatari: rappresentanti del “mondo delle professioni e delle imprese italiani”, coloro che hanno “la responsabilità” dice Chicco “di far camminare questo paese”. Lor signori, insomma, direbbe il vecchio Fortebraccio. Quelli che vogliono, continua, un’Italia libera da burocrazia, parassitismi, lacci e lacciuoli e, soprattutto, “più ordinata”. Non hanno pagato 140 euro a testa (tale è il costo dell’inserzione) per “lamentarsi”, ma per incoraggiare il primo ministro a proseguire fiero sulla sua strada di un coraggioso rinnovamento.

I 200 firmatari si sarebbero trovati col passaparola. Non avrebbero agito per conto di qualcuno ma solo per se stessi. Io ci credo. Il mondo delle professioni e delle grandi imprese agisce sempre per se stesso, è una metafora classica dell’egoismo sociale. Ci credo che abbiamo fatto passaparola, e magari si siano incontrati a Cortina, oppure in un aperitivo a casa di qualche ‘conte duca’ direbbe Fantozzi. Ce li vedo, mentre tra un’olivetta e l’altra, bagnate in un Martini, vestiti di tutto punto, si dicono e si confermano reciprocamente che non si può continuare così, che serve più ordine, meno burocrazia, meno tasse, meno lamentele, meno comunisti (che roba contessa!). Che Renzi è l’uomo giusto per farla finita.

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